giovedì 24 dicembre 2009

venerdì 11 dicembre 2009

Il cuore è uno zingaro e va.

Anzi, il cuore è una zingara e va.

Grazie al mio amico Wido, che con prontezza di riflessi e colpo di culo senza precedenti e attirandosi le maledizioni di migliaia di sottoitrentanni, è riuscito ad accaparrarsi i biglietti, settimana scorsa ho partecipato all'anteprima per i giovani della stagione del Teatro alla Scala di Milano.
Bello incravattato con cappotto color caffè, accompagnato da un dama degna di nota, mi sono accomodato 20 secondi prima delle 18.00 del 4 dicembre nella seconda fila della prima galleria del teatro più maestosamente bello che abbia mai visto.
Suona l'inno di Mameli che sembra bello eseguito dalla Filarmonica della Scala e diretto da Daniel Barenboim.

Fine intro.

Subito immerso in un mondo nuovo e coinvolgentissimo, seguo l'inizio della Carmen di Bizet come non mi sarei mai aspettato: con ammirazione e stupore. Così resto fino alla fine.
Ovviamente non so commentare la prestazione dell'Orchestra e del direttore che comunque mi sono piaciuti moltissimo, invece qualcosa posso dire sulla regia di Emma Dante: moderna, eccessiva solo in qualche sporadico passaggio, ricchissima di movimento e personaggi, geometrica, sensuale; d'altronde un'opera come questa trasmette sensualità in un modo che il cinema scosciato si sogna.
L'opera è stata dinamica e piacevole da seguire, anche se cantata in francese gli schermini sui sedili hanno aiutato alla grande a seguire il libretto.
La Carmen georgiana (Anita Rachvelishvili) si è meritata tutti gli applausi finali, perfetta zingara amante imprendibile, a maggior ragione per la sua età: 25 anni.

Penso sia tutto. Non è tutto. Non è niente. Un post-puzzle mille pezzi che vi toccherà ordinare da voi.

Ringraziamo per l'ispirazione Nicola Di Bari in collaborazione con Nada, anno 1971.

Non posso resistere (anche se in ucraino):


martedì 17 novembre 2009

Due parole veloci su una storia veloce

Già dalla copertina San Isidro Fùtbol invoglia ad aprirlo, se poi come il mio ha qualche anno, con le pagine ingiallite e l'odore che tanto piace ai topi di biblioteca, allora ci si tuffa volentieri.
Non mi piace troppo informarmi sui libri che scelgo, infatti mi aspettavo tutt'altra storia. La sorpresa però è stata molto positiva: ambientazione polverosa in un piccolo paese latinoamericano, personaggi delineati in poche righe ma con un carattere interessante, trama varia e veloce calata in una narrazione compassata. Anche questa volta Cacucci dimostra una grande capacità di raccontare che fa desiderare di sentire la storia dalla viva voce davanti ad un bicchierino (di mezcal in questo caso).

Non mi sento ora di mettere in fila gli eventi che si susseguono, non vorrei rovinare la sorpresa, visto che si arriva subito al dunque. Sappiate solo che il fùtbol c'entra, ma poco, molteplici situazioni dipenderanno invece da un concime bianco miracoloso.

Un bel canovaccio di sceneggiatura ho pensato, con solo 14 anni di ritardo: il film Viva San Isidro è del 1995. Qualcuno l'ha visto? Commenti?
Io l'ho perso, cercherò di rimediare nonostante la carenza di cinema riscontrata nelle ultime analisi.

Il libro perfetto per ricominciare a leggere dopo un periodo di pigra astinenza, per ritrovare il gusto di girare le pagine alla ricerca di...



Di Pino Cacucci consigliato anche Ribelli!

martedì 10 novembre 2009

Elogio del nulla

In un momento in cui cerco di produrre qualcosa che abbia dei frutti nel futuro facendo una discreta fatica, mi trovo a complimentarmi con chi prova ad ammaliare le orecchie di poveri autoradioascoltatori fornendo badilate di nulla. Avrei pensato, come paragone, al "Nulla che avanza" de La storia infinita, ai deserti che incombono cancellando piano piano terreni rigogliosi, al vuoto cosmico che (non) si trova tra le galassie; ma è già troppo, ciò che segue è una lista di niente, di non tutto, che fornisce un vuoto talmente vuoto che imbarazza chi tenta di descriverlo.

Carmen Consoli - Non molto lontano da qui
Samuele Bersani - Un periodo pieno di sorprese
Kings of Convenience - Mrs. Cold
Emiliana Torrini - Me and Armini

Eh niente, giusto per dirvelo.

martedì 3 novembre 2009

Tremore alle gambe

Impossibile arrivare puntuali, come chi legge questo blog sa già. C'è una specie di delay tra gli eventi e i commenti che possono seguire qui. Questa volta si tratta di halloween, della paura, delle paure. Pensando al vestito per una festa che poi ho saltato con certificato medico, mi sono venute in mente cose/persone che mi fanno paura, con il sorriso sulle labbra o a denti stretti con goccia di sudore freddo che scorre lungo la fronte:

i cross Oddo, la Lega quando si mobilita per difendere la cultura, i tipi assurdi che vanno in televisione vestiti da cuochi, non imparare abbastanza dai miei prima che sia troppo tardi, Ignazio La Russa, non rivedere più NY e Londra, incontrare Benjamin Eze di sera in un vicolo, Giusy Ferreri che canta una canzone di Rino Gaetano, l'implosione del Paese che ci ospita, la caduta dei capelli, pensare di essere elegante e sembrare un damerino, che quest'anno nevichi poco, le basette asimmetriche, un tipo grosso che senza motivo decide di menarmi, che tutto cambi troppo in fretta per me, non far più ridere.

Poi però la lista è diventata troppo lunga e la paura poteva diventare tristezza; per cui mi fermo qui, che già la noia inizia a farsi sentire. Anche se annoiarsi non mi fa paura.

Stavo per dimenticarmi queste ultime cose:
la tramutazione dell'acqua in sangue, l'invasione delle rane, l'invasione delle zanzare, l'invasione dei mosconi, la moria del bestiame, le ulcere su animali e uomini, la grandine, l'invasione di cavallette, le tenebre e la morte dei primogeniti; anche se per queste sarà disponibile un vaccino tra pochi mesi, che verrà somministrato inizialmente ai soggetti che lavorano in ambiente a rischio, successivamente ad anziani e bambini, infine al resto della popolazione.

Siete gentilmente pregati di completare la lista a piacimento.

sabato 24 ottobre 2009

Bisogna avere pazienza


Le trasmissioni riprenderanno al più presto.

Halloween si avvicina.

 - Threadless, Best T-shirts Ever

sabato 15 agosto 2009

lunedì 3 agosto 2009

Don't fly me to the moon

Con i canonici 15 giorni di ritardo che spettano agli argomenti di attualità su questo blog, oggi si parla di allunaggio e di tutto il relativo indotto in occasione del 40° anniversario dall'impresa (?) dell'Apollo 11. Improvvisamente giornali, tv, internet si sono riempiti di storie e racconti su quel 20 luglio '69; sulla possibile regia di Stanley Kubrick, sul dualismo Aldrin-Armstrong, sulle tute spaziali, sulle mutande indossate nello spazio e sulle pappette in tubetto che hanno reso le missioni ancora più eroiche.
Bene, tutta questa tiritera sullo spazio e addirittura sull'estensione delle spedizioni su Marte ha rotto le palle. Mi ha rotto le palle.
Trovo gli investimenti faraonici per finanziare la conoscenza di altri pianeti e satelliti totalmente inutile, soprattutto perché mi dà l'impressione che si stiano cercando vie di fuga dalla Terra ormai ridotta maluccio invece di spendere quei soldi per migliorare la situazione quaggiù. Come dire un padrenostro per la pace nel mondo, uscire di casa e accoltellare il vicino.

La Luna però, vista coi piedi per terra, esercita comunque un grande fascino, che tutta questa ricerca scientifica rischia di attenuare. Invece che ad un'astronave, il nostro satellitino mi fa pensare a Mont Saint-Michel, alle bollicine del vino, al moonwalk (pace all'anima sua) e al prisma floydiano.

Ringrazio per lo stimolo a scrivere questo articolo la rivista Wired, che dedica i 2 terzi del numero di luglio all'argomento lunar-spaziale. Sinceramente ho trovato più interessante la pagina sui trapani a batteria (pag. 154 - n°5 - luglio 2009).

martedì 14 luglio 2009

Un'altra versione della storia

Anche se chi racconta o scrive gode di autorità e autorevolezza universalmente riconosciute, ci sono molte probabilità che esista un'altra versione della storia, forse non completamente vera e faziosa (come l'originale d'altronde), vista da un'altra angolazione e con spirito diverso. Questo è il caso dell'ultimo libretto che ho sfogliato: I promessi sposi di Piero Chiara. L'autore, maestro di ironia e sagacia, parte dallo stesso manoscritto secentesco che ha ispirato il Manzoni per raccontare la storia di Renzo Brambilla e Lucia Castagna marcando le debolezze umane anche di chi dovrebbe essere il buono della situazione e rendendo i personaggi più sanguigni rispetto alla versione manzoniana. Durante la lettura la sensazione è quella di vedere un film che già conosciamo, ma girato completamente in controcampo ci regala dettagli che prima non vedevamo: il generoso decolleté di Lucia, la storia tra Don Abbondio e Perpetua e molti altri ancora.
Peccato solo che la seconda parte del racconto sia solo abbozzata, forse per appagamento del narratore o per quale motivo non si sa.
Un Bignami in bello stile, lontano dalla parodia e con il grande pregio di stuzzicare l'appetito alla lettura dell'omologo ben più famoso.


Ogni anno a Varese ha luogo il Premio Chiara, manifestazione dedicata allo scrittore luinese trapiantato a Varese, dove vengono premiati giovani narratori, sono organizzati corsi di scrittura e non solo: quest'anno dal 9 al 25 ottobre.

Quando si parla di Promessi Sposi, non si può omettere il Trio.


Ultimamente anche il gruppo teatrale Oblivion ha toccato l'opera di Manzoni.

martedì 7 luglio 2009

Un genio, ma non il più grande

A due giorni dalla sesta vittoria a Wimbledon, quindicesimo Slam della carriera, di Roger Federer, cedo lo spazio di questo blog ad un talento della penna che spiega un po' il genio della racchetta e ci illumina con qualche dettaglio di storia del tennis. In perfetto stile: "Per favore non facciamo gli eroi".

di Gianni Clerici

WIMBLEDON - Alla fine di un match di 4 ore e 16 minuti, soffocato a tratti dalla preoccupazione di non riuscire a battere un avversario che aveva dominato diciotto volte su venti incontri, Roger Federer è riuscito a farcela , raggiungendo così il record di quindici vittorie nei tornei del Grand Slam, i quattro maggiori campionati del gioco. Vi è riuscito mentre, dalla tribuna ducale, lo applaudiva lo stesso Sampras, e mentre, nel suo abituale fair play, indirizzava un pensiero a Nadal che, infortunato, gli aveva indubbiamente facilitato di molto il compito... continua

giovedì 2 luglio 2009

32 anni buttati nel cesso

Mi sono messo nei loro panni, immerso nel sarcasmo acido che li circonda, e il titolo che mi è venuto fuori è questo. 32 anni è la durata della carriera degli Skiantos, che ieri sera hanno suonato al Circolo Magnolia di Segrate.
Varie considerazioni durante la serata: in 32 anni hanno quasi imparato a suonare e il chitarrista non è così ridicolo come era sembrato in televisione; riescono a far ridere senza far ridere e a tenere il palco senza tenere il palco; in casa mia vorrò un sacco di tavole appese ai muri con scritte le massime contenute nei testi dei loro capolavori (es: "I gelati sono buoni, ma costano milioni", "Se mi ami, amami", ecc).

Se devo dirla tutta, però, il concerto non mi ha entusiasmato: non conoscevo molto l'album nuovo e i pezzi storici sono stati pochi, ma non riesco a parlar male di questo gruppo di balordi che propone musica e comicità fatte di ingredienti come se per preparare la pastasciutta usassero il riso.

Decisamente sconsigliati.


martedì 23 giugno 2009

mercoledì 17 giugno 2009

Il sax di Feiez

Molto tempo fa un signore (Johnny Sax) volle inventare uno strumento luccicante. Il sassofono. Del resto cos'è il sassofono? Il sassofono è semplicemente un insieme di buchi, di pelle e di vibrazioni. Allora uno si chiede: che differenza passa tra l'uomo e il sassofono? Nessuna. E fra l'emmenthal e il sassofono? Una, le vibrazioni. Se mio padre avesse suonato l'arpa paraguaiana forse adesso suonerei quella, da solo però. Conosci forse un complesso dove c'è un arpaparaguaianista? Però mi piacciono i Beatles dove il sax non c'era, allora ho iniziato a suonare la chitarra, che per altro dava anche più soddisfazione quando la suonavi in giro dove immancabilmente qualcuno si inseriva suonando i bonghi, quasi sempre fuori tempo. Sicuramente sarei andato molto più dritto io, solo che come cavolo facevo a suonarli insieme alla chitarra. Poi mi piacevano i Jethro Tull, quelli di Fi Fi Fiii, Fi Fi Fiii, Fi Fi Fiii, Fi Fi Fiii allora ho comprato un flauto traverso, solo che era troppo dritto. Quindi ho comprato una tromba, solo che aveva troppe curve e pochi tasti. Allora mi sono fidanzato così avevo tutto. Era dritta, ma non troppo, aveva la pelle, le curve, i buchi, vibrava, ma non suonava. L'ho lasciata e ho comprato un sassofono mio. La curvatura che più mi si addiceva in quel momento. Poi si vedrà.

Feiez

mercoledì 27 maggio 2009

Grande spirito, piccolo corpo

Questa volta la mia lettura non è arrivata da una scelta, ma da un regalo. Solitamente chi mi regala un libro sbaglia, ma negli ultimi due casi sono stato fortunato.

Mi sono trovato di fronte la storia di un adolescente indiano, Piscine Molitor Patel, che affronta i dubbi di un'età come la sua, con le peculiarità che derivano dalla zona in cui vive e dalla sua forte sensibilità: la maggior parte dei suoi problemi riguarda la scelta della religione da professare, tanto da portare prete, imam e pandit a discuterne faccia a faccia. Tra le cose immanenti, invece, si trova molto coinvolto dallo zoo gestito dal padre nella cittadina di Pondicherry e dagli animali che lo abitano.
A questa normalità punteggiata di elementi insoliti, la scrittura di Yann Martel si adatta perfettamente grazie a linearità e semplicità espressive, che si trovano durante tutto il romanzo e che lasceranno il posto solo sporadicamente a qualche flash-forward.
Non manca il colpo di scena che sconvolge la situazione e ribalta completamente il piano della narrazione: dopo questo momento nulla sarà più immaginabile e pianificabile, portando il nostro Pi sul filo del rasoio in una situazione che lo accompagnerà a lungo.
In questa seconda parte forse, la scrittura potrebbe essere più varia, anche se la costruzione narrativa, ogni evento calza perfettamente con il momento in cui avviene, e la competenza scientifica dell'autore tengono incollati alle pagine e sopperiscono a questa mancanza.

La storia è bella, così insolita da non parer vera, ma che siamo portati continuamente a considerare tale, anche solo per condividere e portare dentro di noi la speranza e la determinazione fortissime, che ci potranno rimanere anche dopo aver girato l'ultima pagina.

Volutamente ho tralasciato la trama, per non togliere il gusto della lettura, che perlopiù sta nella trama. Vi consiglio, per questo motivo, di evitare la lettura della seconda di copertina.


giovedì 14 maggio 2009

Autopromozione

Nell'ultimo periodo il blog gira con le promozioni. Eccone un'altra: un evento da non perdere, una mostra diversa dal solito e dell'ottima musica live.
Vi prometto che tra qualche giorno ricomincerò a scrivere qualcosa come si deve.

mercoledì 6 maggio 2009

Missuldisc 09

Assenza prolungata, ma non definitiva.

Scusate se è un periodo di blackout per questo blog, ma le cose da fare sono tante e scrivere tanto per farlo non mi piace. Un piccolo spunto però, posso darvelo.

Qui si cerca di parlare di cose che possano comporre una piccola parte del mondo che ci circonda, al di fuori dell'omologazione dettata dalle mode e dai tempi che corrono. Non soltanto cose fisiche, ma anche modi di essere.
In questo spazio, l'ultimate frisbee, sport di cui mi sono innamorato 3 anni fa circa, calza a pennello. Niente arbitri, piena responsabilità a chi gioca ad ogni livello, nessuna furbizia sprecata per aggirare le regole, agonismo puro. Umano.
Non posso spiegarvi tutto ora, perciò vi dò due link per capire di cosa stiamo parlando: Federazione Italiana Flying Disc e Frasba dal Lac.
Dopo aver letto (o ignorato) potete venire a vedere coi vostri occhi di cosa si tratta al torneo internazionale organizzato dalla squadra di cui faccio parte, la Frasba dal Lac appunto: il Missuldisc 09.

Pronti a conoscere qualcosa di nuovo?



martedì 14 aprile 2009

Pezzi sparsi

In questo periodo l'ispirazione per scrivere un bel pezzo completo e omogeneo non c'è, però ultimamente ho ascoltato un po' di dischi che vorrei condividere.
Parto da After the gold rush di Neil Young (1970). L'ho preso dallo scaffale dei vinili recuperati qua e là, mi ha stupito molto e soprattutto l'ho trovato molto attuale, potrebbe essere un disco dei giorni nostri e se oggi trovassi qualcuno che incide un disco così, bacerei il suolo dove cammina. Sopra a tutte la traccia che dà il titolo all'album. Consigliato l'ascolto in casa mentre si sistemano le carte sulla scrivania del formato 45 giri, i cui fruscii sembrano pensati per valorizzare la produzione.

Poi ho scoperto Fela Kuti, dopo aver visto al TG3 un servizio dedicato ai concerti del figlio Seun. Non ne so ancora molto, però questo Afrobeat mi piace già molto. Per ora ho trovato solo il best of. Ecco l'incipit della sua pagina su Wikipedia: Fela Anikulapo Kuti o semplicemente Fela Kuti, nato Olufela Olusegun Oludotun Ransome-Kuti e anche noto con lo pseudonimo The Black President (Abeokuta, 15 ottobre 1938 – Lagos, 2 agosto 1997) è stato un rivoluzionario, musicista e attivista dei diritti umani nigeriano, inventore del genere musicale dell'afrobeat e considerato fra i più influenti artisti africani del XX secolo.

Mi sono anche riascoltato i Taste di Rory Gallagher, il disco si intitola On the boards (1970). Consigliato se vi piacciono i chitarristi decisi, irlandesi e votati al rock 'n roll.

Per finire ho ripreso in mano il vinile di War degli U2 (1983). Servono commenti?

Non è un disco, ma: sto finendo di leggere Vita di P di Yann Martel. Presto due righe anche su questo libro, che già vi consiglio, come tutti i dischi sopracitati.

Alla fine qualcosa è venuto fuori. E voi, cosa ascoltate di bello?

domenica 12 aprile 2009

Cybereaster

Buona Pasqua a tutti, sperando che il vostro uovo non abbia tasto destro, sinistro e rotellina.


lunedì 6 aprile 2009

Squisito

Di Voi, Signore e Signorine, molte sanno suonare bene il pianoforte o cantare con grazia squisita, molte altre hanno ambitissimi titoli di studi superiori, conoscono le lingue moderne, sono piacevoli letterate o fini pittrici, ed altre ancora sono esperte nel tennis o nel golf, o guidano con salda mano il volante di una lussuosa automobile. Ma, ahimè, non certo tutte, facendo un piccolo esame di coscienza, potreste affermare di saper cuocere alla perfezione due uova al guscio.
Già questa graziosa introduzione dovrebbe smuovere gli animi. Mille e più pagine che fanno venire l'acquolina anche solo sfogliandole e che ci ricordano che viviamo nel paese con la tradizione culinaria ed enogastronomica più varia e stupefacente del mondo, mentre distratti e convinti che ci voglia troppo tempo per dedicarci alla cucina ci si butta su buste surgelate di dubbia provenienza e precotti il cui ingrediente principale è la tristezza.
Il talismano della felicità è un libro per streghe e stregoni alla ricerca della gioia da condividere.

martedì 24 marzo 2009

Some shoes don't need feet

Appena tornato da New York, la mia assenza quindicinale dal blog era dovuta al montaggio del video da farsi obbligatoriamente prima possibile per evitare di perdere di vista l'atmosfera della Grande Mela. Inoltre, inebriato dall'aver visto Spike Lee al Madison Square Garden, mi sono infilato nel delirio di un video in stop-motion, con foto scattate nell'appartamento che mi ospitava.


giovedì 19 marzo 2009

Precariamente precario

Il gioco di parole nel titolo infonde tristezza a prima vista, ma l'interpretazione lo può rivoltare: precario sì, ma ancora per poco. Da non leggersi come un teorema matematico, anzi espressione da approcciare con la positività della speranza per non cadere nello sconforto di chi guardando il futuro vede un orizzonte lontanissimo ma nulla per tentare di raggiungerlo.
Ciò ha poco a che fare con gli argomenti finora trattati in questo blog, ma è un buon argomento per non-eroi.
La speranza come medicina per sopravvivere a questa crisi, o per meglio dire, paura e sfruttamento della crisi, in un paese come il nostro che vede nel vecchio la prospettiva di un futuro più sicuro, un vecchio che decide di investire sui giovani solo quando li può controllare o ingolosire con posizioni che finiranno per bruciare le prospettive. (cfr. Giampaolo Spinato - L'Edipo rovesciato).
La cura? Non sedersi, non disperare.

In tutto questo non c'è spazio per fare gli eroi, ma nemmeno per il vittimismo.


domenica 8 marzo 2009

Maledetta nonnina

Prima di rassegnarsi un po' con l'invito a evitare eroismi, questo blog voleva essere un seme maligno fatto di battute e personaggi niente affatto buoni. In questa occasione ritorniamo un po' al passato e allo stesso tempo centriamo perfettamente il bersaglio della nuova impostazione: quando è nonna Clara a dire di non fare più gli eroi, annichilisce l'interlocutore e sprizza cattiveria supponente da tutti i pori.


Vi invito allora a visitare il blog di questa maledetta nonnina: Nonna Clara.

lunedì 2 marzo 2009

La scienza delle eccezioni

Questa è la materia del dottor Faustroll, preparatissimo scienziato conoscitore del mondo e dei suoi piccolissimi dettagli. Patafisica, per essere precisi. E' una scienza solo immaginaria? O è la Scienza che si è permessa di prendere come regole gli accadimenti accidentali più frequenti che per la loro frequenza non sono eccezionali e non hanno l'attrattiva della singolarità?
La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità.
Il concetto non è affatto semplice, almeno per me, e seguire il viaggio che Faustroll intraprende insieme all'ufficiale giudiziario parigino René-Isidore Panmuphle e alla scimmia Bosse-de-Nage non è da meno. Di certo stavolta non mi addentro in un recensione, visto che pagina dopo pagina vengono citati scienziati letterati e figure eminenti del periodo a cavallo tra '800 e '900 (in cui è vissuto l'autore) di cui so poco o niente (quasi ogni capitolo è dedicato ad una persona diversa), ma qualche indicazione può essere utile per far venire un po' di curiosità e spingere alla lettura.
Credo che la parte finale sia la più emozionante, dove con il linguaggio della scienza Jarry esprime un concetto totalmente attinente alla fede e a qualcosa la cui esistenza non è empiricamente dimostrabile: semplicemente Dio.


Alfred Jarry su Wikipedia

mercoledì 18 febbraio 2009

Pacco regalo 2009

Nel primo post del 2009 paragonavo l'anno nuovo ad un bel pacco regalo. Bene, ora ho quasi finito di scartare ciò che mi aspettavo ci fosse dentro: concerti, dischi (di cui ho riportato qui) e il viaggetto a NY che da un po' mi sta facendo sfregare le mani è pronto per partire proprio domani.
Vi saluto, anche se siete in pochi a leggere, e spero che al ritorno il pacco regalo riservi ancora qualche buona sorpresa e non si riveli solo un pacco, come invece promette di essere.
Arrivederci al 1° marzo.

mercoledì 11 febbraio 2009

L'Artista Vinicio Capossela

Lo spettacolo va incontro al pubblico ancor prima di entrare a teatro con le magie di Christopher Wonder e Jessica Love, deliziosa mangiafuoco.

Primo tempo: il protagonista è un personaggio che si trova dentro di noi e riusciamo a vederlo grazie al direttore di questo circo delle meraviglie che ci porta per mano a toccare i cieli più alti e poi a guardare i dettagli più piccoli della vita quotidiana, grazie ad una poesia e ad una capacità di raccontare unica.
Occhi lucidi sbarrati, orecchie tese per sentire ogni suono e cuore pieno.

Intermezzo: cos'è il circo senza illusionisti? Ecco a voi Christopher Wonder e Jessica Love.

Secondo tempo: esplosione di luci, scenografie, personaggi e rumori che mettono in mostra il protagonista di questo spettacolo: un uomo che è arte e idee e si trova perfettamente a suo agio in mezzo alla pista dove si esibiscono il minotauro il gigante l'equilibrista la scimmietta la human pignata la sirena e non solo.
Estrema difficoltà a restare seduti, grancassa nel torace.

Si chiude il sipario e subito si riapre: Vinicio concede il bis a se stesso, ci riprende ancora un po' per mano, ci fa sentire il suo amore per Milano che non ricambia molto, ci fa sentire la pioggia sulla fronte e ci fa rimboccare le coperte dal Gigante e il Mago, che ci avevano mostrato l'ingresso di questo fantastico tendone.

Questo è il SOLOSHOW come me lo sono portato a casa io, come l'ho vissuto in un teatro che si è trasformato in un grande tendone rosso, perfetto, denso di creazioni, che ha portato l'anima dell'Artista Vinicio Capossela tra le mani di ogni singolo spettatore.


Questo post è una piccola risposta a Spino che mi ha fatto venire ancora più voglia di vedere lo spettacolo.
Date un'occhiata anche al blog di Keps, che era seduta di fianco a me: chissà cosa ha visto lei in questo magnifico show.

venerdì 6 febbraio 2009

Scolpiti nella roccia

Mount Rushmore, Keystone, South Dakota. In linea d'aria distante circa 7120 km dal posto dove nasce tutto. Sì, tutto, magari anche con la T maiuscola. Perché un buon metodo per capire se si è davanti ad un capolavoro è porsi questa domanda: "Qui cosa manca?". Se la risposta è "Niente" allora siete stati fortunati o bravi nella scelta. Certo, va bene per gente poco preparata e dalla cultura sommaria come me.

La prova è questa: Deep Purple - In rock, 1970.
7 tracce di una potenza inaudita. Speed King incalza e ci fa subito capire dove ci stiamo addentrando. Bloodsucker conferma le impressioni, con più sostanza: parliamo di hard rock. Child in time ha una connotazione nettamente progressive: gorgheggi e hammond quasi gotici, poi esplode in un grande assolo dopo un intermezzo scandito che mette sull'attenti. Giusto a metà della scaletta, un hard rock solare, U.S.A. sulle bianche scogliere di Dover con Flight of the rat. Ritorno a sonorità un po' cupe, ma alternate a dei riff più aperti, una boccata d'aria per chi si trova Into the fire. Ancora un sapore progressive con Living wreck, dove l'hammond ruggisce. Hard lovin' man è la giusta prova per chi ritiene che qualche ispirazione all'heavy metal l'abbiano data anche loro. Terminato l'ascolto avete trovato del blues nel disco? Anch'io e altri milioni di ascoltatori.

Sono rimasto così impressionato che ho letto i testi: molto attaccati alla realtà, alle forze e alle debolezze dell'uomo, con un picco di ironia e comicità in Living Wreck - la carcassa vivente.

Hard rock puro, che pompa il sangue nelle vene al doppio della velocità. Pressione che sale, gli occhi fanno di tutto per uscire dalle orbite e il mimo degli assoli di chitarra è inevitabile con tanto di capelli sventolati a destra e a manca per chi se lo può permettere, in qualsiasi luogo ci si trovi.

La carriera discografica dei Deep Purple inizia nel 1968, due anni dopo una svolta che con questo disco li rende immortali e che fa svoltare anche il rock 'n roll.
Per tornare dove eravamo partiti, non so quali presidenti siano scolpiti sul monte Rushmore, ma se ci fossero Ian Gillan, Ian Paice, Ritchie Blackmore, Roger Glover e Jon Lord non ci sarebbe niente da ridire.





Qualche risposta alle domande che vi sono sorte durante la lettura:
1. "Sì, sono un ignorantone".
2. "No, non ho ascoltato In rock per la prima volta ieri".
3. "Certo, mi impegnerò a leggere tutti i testi da oggi in poi, grazie".

giovedì 29 gennaio 2009

Bassomondo

Per chi ama Benni, ma è un po' meno ottimista e ha una visione del mondo più agrodolce, questo può essere il libro giusto.

Ermanno Cavazzoni nasconde dietro a qualche risatina amara un mondo basso (anche geograficamente), infame e che non dà possibilità di riscatto, ma solo un piccolo spiraglio per la fuga destinato a pochissimi. Qui la truffa è all'ordine del giorno e forse è anche l'unica forma d'arte possibile, i rapporti umani sono annullati, il lavoro non esiste ed è sostituito con il teppismo, che è tanto sistematico da essere quasi professionale. Non si accenna nemmeno al benessere, sia economico che non, in vite ben al di sotto della mediocrità.

Non c'è niente da ridere, direte. E invece dalla caratterizzazione di personaggi surreali, da situazioni alquanto improbabili gli spunti per ridere si trovano, anche se a denti stretti.

Dal Bassomondo si vede l'altopiano della vita normale, in cui i diseredati abitanti pensano abitino le divinità che li hanno creati solo per deriderli e divertirsi alle loro spalle. Nasce allora una religione al contrario, dove la bestemmia e lo scherno degli "dei" è la preghiera, dove un asceta di nome Zio Macario tutte le mattine sale sul proprio balcone e si cala le braghe, si mette a quattro zampe, china la testa tra le mani e indirizza il culo allo sguardo dei presunti creatori, la sera scende e si ritira senza proferire parola. Subito i seguaci si moltiplicano.
In questa penuria umana basta dirsi ingegneri, amministratori, sindaci, parenti per esserlo (truffando).
Qui gli obesi sono la comunità da temere di più, attenti se passate in via Monro, mangiano gatti e sottolineano le loro incomprensibili espressioni con sonanti peti.

Come dicevamo, la via d'uscita c'è, difficile da trovare e molto selettiva; forse però è nel peggio che si riesce a vivere meglio, conta la nostra attitudine.


martedì 20 gennaio 2009

Un giorno importante

Oggi si insedia alla Casa Bianca il neopresidente Barack Obama. Sicuramente è una data importante. Anche per me che, grazie alla creatività di due amici di lontane origini celtiche, sono passato da JoBander a Jobama.
Per questo ho deciso di coniare il mio cartello elettorale con slogan. Magari tra quattro anni...

venerdì 16 gennaio 2009

Tris-te

Non sapevo a cosa andassi incontro. Non è colpa mia. Classici.
Stavolta per fortuna (sfortuna?) ho procurato il danno esclusivamente a me stesso: sensi di colpa attenuati e un po' di scazzo, niente di più.

Da titolo del post, l'idea più bella dopo quella dello spot della cedrata Tassoni, si può capire che mi è capitata una tripletta di film davvero infelice, almeno per i miei gusti.

Sono partito con Monsoon Wedding, già citato in un post precedente. Un film carino, che almeno ti porta alla fine senza troppa fatica, ma senza lasciarti niente che non potresti trovare in un documentario sull'India, che per fortuna di Mira Nair è un paese stupendo e già da sola basta per far arrivare la pellicola ad un buon livello.

Sono poi passato a Mr. Jones, con uno sbarbato Richard Gere nel ruolo di un pazzo che ha voglia di volare, tipo Spiderman senza costume e ragnatele spray sul nido del cuculo. Qui la definizione del film è semplice: parodia di un matto con seri problemi. Fastidioso, lento e pacchiano.
Un complimento sincero va a Keps, che nella sua recensione sul blog Pupille Gustative riesce a farlo sembrare un film interessante. Impresa.

Per finire il top: Mamma Mia!. Ci metto un po' a farmi convincere visto che è già uscito da un po' e gli ABBA imperversano da tempo spaccandomi i timpani e le palle. Cedo. La trama coinvolge come una partita a Risiko a cui non giochi, la regista Phyllida Lloyd ha dei problemi come ad esempio finire la terza elementare, il direttore della fotografia è probabilmente il Mr. Jones di prima: un malato di mente. La location è spettacolare, ma sembra contaminata da fondali artefatti; i balletti e le scene di gruppo sono spesso insopportabili. A parte Meryl Streep che potrebbe interpretare un paracarro facendolo diventare il miglior personaggio del film, una visione da evitare.

Sono più bravo a parlare di cose brutte che di cose belle. Però gradirei che il prossimo film fosse almeno decente.

mercoledì 7 gennaio 2009

Il regalo

Appena scartato potrebbe sembrare come tutti gli altri, però magari questo regalo è diverso, un anno che riservi qualche sorpresa, qualche novità significativa. Nascosto nella carta da regalo c'è già qualcosa di buono: un viaggetto a NYC, il biglietto per qualche concerto, dischi da ascoltare. Il bello di questo regalo è che il pacco si può riempire ancora anche dopo averlo aperto e che si capisce cosa c'era veramente dentro solo dopo averlo svuotato completamente.
Nel vostro pacco cosa c'è? Cosa ci sarà?

Finite le feste, punito dalla nuova Wii Fit di Pirmin Zurbriggen, avrei un paio di film su cui scrivere, ma di cui non saprei cosa dire, per motivi molto diversi.
Ho visto Il Divo: lo consiglierei a tutti, per me è veramente un grande film, però lo spessore è troppo e io non sono all'altezza. Nel caso ci risentiamo dopo la seconda visione.
Ieri poi mi sono seduto davanti Monsoon Wedding di Mira Nair: bello anche questo nelle sue descrizioni e nei suoi colori, racconta una storia d'amore nel contesto straripante di un matrimonio indiano. Altro? Boh.