giovedì 24 dicembre 2009

venerdì 11 dicembre 2009

Il cuore è uno zingaro e va.

Anzi, il cuore è una zingara e va.

Grazie al mio amico Wido, che con prontezza di riflessi e colpo di culo senza precedenti e attirandosi le maledizioni di migliaia di sottoitrentanni, è riuscito ad accaparrarsi i biglietti, settimana scorsa ho partecipato all'anteprima per i giovani della stagione del Teatro alla Scala di Milano.
Bello incravattato con cappotto color caffè, accompagnato da un dama degna di nota, mi sono accomodato 20 secondi prima delle 18.00 del 4 dicembre nella seconda fila della prima galleria del teatro più maestosamente bello che abbia mai visto.
Suona l'inno di Mameli che sembra bello eseguito dalla Filarmonica della Scala e diretto da Daniel Barenboim.

Fine intro.

Subito immerso in un mondo nuovo e coinvolgentissimo, seguo l'inizio della Carmen di Bizet come non mi sarei mai aspettato: con ammirazione e stupore. Così resto fino alla fine.
Ovviamente non so commentare la prestazione dell'Orchestra e del direttore che comunque mi sono piaciuti moltissimo, invece qualcosa posso dire sulla regia di Emma Dante: moderna, eccessiva solo in qualche sporadico passaggio, ricchissima di movimento e personaggi, geometrica, sensuale; d'altronde un'opera come questa trasmette sensualità in un modo che il cinema scosciato si sogna.
L'opera è stata dinamica e piacevole da seguire, anche se cantata in francese gli schermini sui sedili hanno aiutato alla grande a seguire il libretto.
La Carmen georgiana (Anita Rachvelishvili) si è meritata tutti gli applausi finali, perfetta zingara amante imprendibile, a maggior ragione per la sua età: 25 anni.

Penso sia tutto. Non è tutto. Non è niente. Un post-puzzle mille pezzi che vi toccherà ordinare da voi.

Ringraziamo per l'ispirazione Nicola Di Bari in collaborazione con Nada, anno 1971.

Non posso resistere (anche se in ucraino):