martedì 14 luglio 2009

Un'altra versione della storia

Anche se chi racconta o scrive gode di autorità e autorevolezza universalmente riconosciute, ci sono molte probabilità che esista un'altra versione della storia, forse non completamente vera e faziosa (come l'originale d'altronde), vista da un'altra angolazione e con spirito diverso. Questo è il caso dell'ultimo libretto che ho sfogliato: I promessi sposi di Piero Chiara. L'autore, maestro di ironia e sagacia, parte dallo stesso manoscritto secentesco che ha ispirato il Manzoni per raccontare la storia di Renzo Brambilla e Lucia Castagna marcando le debolezze umane anche di chi dovrebbe essere il buono della situazione e rendendo i personaggi più sanguigni rispetto alla versione manzoniana. Durante la lettura la sensazione è quella di vedere un film che già conosciamo, ma girato completamente in controcampo ci regala dettagli che prima non vedevamo: il generoso decolleté di Lucia, la storia tra Don Abbondio e Perpetua e molti altri ancora.
Peccato solo che la seconda parte del racconto sia solo abbozzata, forse per appagamento del narratore o per quale motivo non si sa.
Un Bignami in bello stile, lontano dalla parodia e con il grande pregio di stuzzicare l'appetito alla lettura dell'omologo ben più famoso.


Ogni anno a Varese ha luogo il Premio Chiara, manifestazione dedicata allo scrittore luinese trapiantato a Varese, dove vengono premiati giovani narratori, sono organizzati corsi di scrittura e non solo: quest'anno dal 9 al 25 ottobre.

Quando si parla di Promessi Sposi, non si può omettere il Trio.


Ultimamente anche il gruppo teatrale Oblivion ha toccato l'opera di Manzoni.

2 commenti:

CiPì ha detto...

All'Innominato con il té mi son fatta la pipì addosso!
ahahhahahaha! spettacolari!

Anonimo ha detto...

Ciao, ti ho lasciato un commento nel post su "Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico". Credo che ripasserò a libro finito, per vedere se la mia impressione sulla parte finale è simile alla tua. (Per ora la parte sulle isole in cui si imbatte la trovo soporifera... tranne per la sua prosa, splendida e precisa come sempre!)

Elisabetta