Con i canonici 15 giorni di ritardo che spettano agli argomenti di attualità su questo blog, oggi si parla di allunaggio e di tutto il relativo indotto in occasione del 40° anniversario dall'impresa (?) dell'Apollo 11. Improvvisamente giornali, tv, internet si sono riempiti di storie e racconti su quel 20 luglio '69; sulla possibile regia di Stanley Kubrick, sul dualismo Aldrin-Armstrong, sulle tute spaziali, sulle mutande indossate nello spazio e sulle pappette in tubetto che hanno reso le missioni ancora più eroiche.
Bene, tutta questa tiritera sullo spazio e addirittura sull'estensione delle spedizioni su Marte ha rotto le palle. Mi ha rotto le palle.
Trovo gli investimenti faraonici per finanziare la conoscenza di altri pianeti e satelliti totalmente inutile, soprattutto perché mi dà l'impressione che si stiano cercando vie di fuga dalla Terra ormai ridotta maluccio invece di spendere quei soldi per migliorare la situazione quaggiù. Come dire un padrenostro per la pace nel mondo, uscire di casa e accoltellare il vicino.
La Luna però, vista coi piedi per terra, esercita comunque un grande fascino, che tutta questa ricerca scientifica rischia di attenuare. Invece che ad un'astronave, il nostro satellitino mi fa pensare a Mont Saint-Michel, alle bollicine del vino, al moonwalk (pace all'anima sua) e al prisma floydiano.
Ringrazio per lo stimolo a scrivere questo articolo la rivista Wired, che dedica i 2 terzi del numero di luglio all'argomento lunar-spaziale. Sinceramente ho trovato più interessante la pagina sui trapani a batteria (pag. 154 - n°5 - luglio 2009).
Bene, tutta questa tiritera sullo spazio e addirittura sull'estensione delle spedizioni su Marte ha rotto le palle. Mi ha rotto le palle.
Trovo gli investimenti faraonici per finanziare la conoscenza di altri pianeti e satelliti totalmente inutile, soprattutto perché mi dà l'impressione che si stiano cercando vie di fuga dalla Terra ormai ridotta maluccio invece di spendere quei soldi per migliorare la situazione quaggiù. Come dire un padrenostro per la pace nel mondo, uscire di casa e accoltellare il vicino.
La Luna però, vista coi piedi per terra, esercita comunque un grande fascino, che tutta questa ricerca scientifica rischia di attenuare. Invece che ad un'astronave, il nostro satellitino mi fa pensare a Mont Saint-Michel, alle bollicine del vino, al moonwalk (pace all'anima sua) e al prisma floydiano.
Ringrazio per lo stimolo a scrivere questo articolo la rivista Wired, che dedica i 2 terzi del numero di luglio all'argomento lunar-spaziale. Sinceramente ho trovato più interessante la pagina sui trapani a batteria (pag. 154 - n°5 - luglio 2009).
Post
4 commenti:
che poi sulla luna mica ci siamo mai stati...
Non so, io sono un po' combattuta: da una parte penso che queste imprese e questa voglia di esplorare aprano comunque la mente e, anche se non hanno sempre dei riscontri immediati, sono importanti per il progresso. Dall'altra è vero che sono avventure che riciedono un'enorme quantità di energia che, forse, potrebbe essere destinata altrove.
Non so.
@ Spino: sono d'accordo con te. Però è stato un bel telefilm in bianco e nero...
Ciao Jo,
avevo iniziato a scrivere il mio commento a "Gesta e opinioni" di Jarry al tuo post, ma è venuto un papiro enorme e ne ho fatto un post nel mio blog. Lo trovi a questo URL:
http://elyminazione.splinder.com/post/21082062/Gesta+e+opinioni+del+dottor+Fa
Aspetto con curiosità le tue impressioni su "L'amore assoluto", spero che ti piaccia quanto è piaciuto a me!
Elisabetta
Posta un commento