mercoledì 27 maggio 2009

Grande spirito, piccolo corpo

Questa volta la mia lettura non è arrivata da una scelta, ma da un regalo. Solitamente chi mi regala un libro sbaglia, ma negli ultimi due casi sono stato fortunato.

Mi sono trovato di fronte la storia di un adolescente indiano, Piscine Molitor Patel, che affronta i dubbi di un'età come la sua, con le peculiarità che derivano dalla zona in cui vive e dalla sua forte sensibilità: la maggior parte dei suoi problemi riguarda la scelta della religione da professare, tanto da portare prete, imam e pandit a discuterne faccia a faccia. Tra le cose immanenti, invece, si trova molto coinvolto dallo zoo gestito dal padre nella cittadina di Pondicherry e dagli animali che lo abitano.
A questa normalità punteggiata di elementi insoliti, la scrittura di Yann Martel si adatta perfettamente grazie a linearità e semplicità espressive, che si trovano durante tutto il romanzo e che lasceranno il posto solo sporadicamente a qualche flash-forward.
Non manca il colpo di scena che sconvolge la situazione e ribalta completamente il piano della narrazione: dopo questo momento nulla sarà più immaginabile e pianificabile, portando il nostro Pi sul filo del rasoio in una situazione che lo accompagnerà a lungo.
In questa seconda parte forse, la scrittura potrebbe essere più varia, anche se la costruzione narrativa, ogni evento calza perfettamente con il momento in cui avviene, e la competenza scientifica dell'autore tengono incollati alle pagine e sopperiscono a questa mancanza.

La storia è bella, così insolita da non parer vera, ma che siamo portati continuamente a considerare tale, anche solo per condividere e portare dentro di noi la speranza e la determinazione fortissime, che ci potranno rimanere anche dopo aver girato l'ultima pagina.

Volutamente ho tralasciato la trama, per non togliere il gusto della lettura, che perlopiù sta nella trama. Vi consiglio, per questo motivo, di evitare la lettura della seconda di copertina.


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