martedì 19 gennaio 2010

It's a hard life

Mi sono affezionato. Sì, ma senza troppa tenerezza, a questo alter ego di John Fante che sotto diversi nomi si ripresenta nella sua opera. D'altronde un personaggio così equivoco non può piacere fino in fondo, almeno a parer mio.
Ho letto quattro libri di Fante, ma chiaramente solo dopo l'ultimo mi sono documentato seriamente sulla sequenza cronologica in cui sono stati scritti, per cui conosco la storia di Arturo Bandini (protagonista di quattro romanzi) a metà e in ordine inverso, conosco una decina di racconti e per ultimo mi sono avvicinato a La confraternita dell'uva.
Nonostante tutto, questo saltabeccare mi ha rese più chiare le caratteristiche dei personaggi e delle vicende che vengono fatte vivere loro da John Fante e che egli ripropone spesso, seppure coniugate in modo diverso a seconda delle situazioni.

Dal generale al particolare: ne La confraternita dell'uva c'è un protagonista autobiografico, che, allontanatosi da tempo dalla sua città natale, si trova costretto a tornare in visita alla sua famiglia a causa di problemi tra i genitori. In realtà la questione viene gonfiata, ma un volta arrivato a contatto con le sue origini Henry Molise è costretto a conviverci per un breve periodo. Quanto basta per far capire a chi legge i limiti del padre (membro di una confraternita dedita alla sbronza) e dei rapporti che intercorrono tra i membri della famiglia che appare sfaldata e senza motivate speranze di rinsaldarsi, per pensare di aver capito il protagonista, per assaggiare il mondo degli emigrati italiani di seconda generazione e per rendersi conto della sostanziale pochezza della vita.

In fondo John Fante si caratterizza, secondo me, per la proposta di trame e personaggi sempre saldamente legati alla realtà e costretti a tenere piedi per terra, per un pessimismo di fondo in cui anche ciò che sembra andare bene finisce male; sono solo alcuni piccoli elementi di redenzione a rendere la fine meno amara.

Finita l'analisi: mi è piaciuto, mi piace Fante. Per capire cosa significa volare, serve anche camminare tra la polvere.