giovedì 29 gennaio 2009

Bassomondo

Per chi ama Benni, ma è un po' meno ottimista e ha una visione del mondo più agrodolce, questo può essere il libro giusto.

Ermanno Cavazzoni nasconde dietro a qualche risatina amara un mondo basso (anche geograficamente), infame e che non dà possibilità di riscatto, ma solo un piccolo spiraglio per la fuga destinato a pochissimi. Qui la truffa è all'ordine del giorno e forse è anche l'unica forma d'arte possibile, i rapporti umani sono annullati, il lavoro non esiste ed è sostituito con il teppismo, che è tanto sistematico da essere quasi professionale. Non si accenna nemmeno al benessere, sia economico che non, in vite ben al di sotto della mediocrità.

Non c'è niente da ridere, direte. E invece dalla caratterizzazione di personaggi surreali, da situazioni alquanto improbabili gli spunti per ridere si trovano, anche se a denti stretti.

Dal Bassomondo si vede l'altopiano della vita normale, in cui i diseredati abitanti pensano abitino le divinità che li hanno creati solo per deriderli e divertirsi alle loro spalle. Nasce allora una religione al contrario, dove la bestemmia e lo scherno degli "dei" è la preghiera, dove un asceta di nome Zio Macario tutte le mattine sale sul proprio balcone e si cala le braghe, si mette a quattro zampe, china la testa tra le mani e indirizza il culo allo sguardo dei presunti creatori, la sera scende e si ritira senza proferire parola. Subito i seguaci si moltiplicano.
In questa penuria umana basta dirsi ingegneri, amministratori, sindaci, parenti per esserlo (truffando).
Qui gli obesi sono la comunità da temere di più, attenti se passate in via Monro, mangiano gatti e sottolineano le loro incomprensibili espressioni con sonanti peti.

Come dicevamo, la via d'uscita c'è, difficile da trovare e molto selettiva; forse però è nel peggio che si riesce a vivere meglio, conta la nostra attitudine.


martedì 20 gennaio 2009

Un giorno importante

Oggi si insedia alla Casa Bianca il neopresidente Barack Obama. Sicuramente è una data importante. Anche per me che, grazie alla creatività di due amici di lontane origini celtiche, sono passato da JoBander a Jobama.
Per questo ho deciso di coniare il mio cartello elettorale con slogan. Magari tra quattro anni...

venerdì 16 gennaio 2009

Tris-te

Non sapevo a cosa andassi incontro. Non è colpa mia. Classici.
Stavolta per fortuna (sfortuna?) ho procurato il danno esclusivamente a me stesso: sensi di colpa attenuati e un po' di scazzo, niente di più.

Da titolo del post, l'idea più bella dopo quella dello spot della cedrata Tassoni, si può capire che mi è capitata una tripletta di film davvero infelice, almeno per i miei gusti.

Sono partito con Monsoon Wedding, già citato in un post precedente. Un film carino, che almeno ti porta alla fine senza troppa fatica, ma senza lasciarti niente che non potresti trovare in un documentario sull'India, che per fortuna di Mira Nair è un paese stupendo e già da sola basta per far arrivare la pellicola ad un buon livello.

Sono poi passato a Mr. Jones, con uno sbarbato Richard Gere nel ruolo di un pazzo che ha voglia di volare, tipo Spiderman senza costume e ragnatele spray sul nido del cuculo. Qui la definizione del film è semplice: parodia di un matto con seri problemi. Fastidioso, lento e pacchiano.
Un complimento sincero va a Keps, che nella sua recensione sul blog Pupille Gustative riesce a farlo sembrare un film interessante. Impresa.

Per finire il top: Mamma Mia!. Ci metto un po' a farmi convincere visto che è già uscito da un po' e gli ABBA imperversano da tempo spaccandomi i timpani e le palle. Cedo. La trama coinvolge come una partita a Risiko a cui non giochi, la regista Phyllida Lloyd ha dei problemi come ad esempio finire la terza elementare, il direttore della fotografia è probabilmente il Mr. Jones di prima: un malato di mente. La location è spettacolare, ma sembra contaminata da fondali artefatti; i balletti e le scene di gruppo sono spesso insopportabili. A parte Meryl Streep che potrebbe interpretare un paracarro facendolo diventare il miglior personaggio del film, una visione da evitare.

Sono più bravo a parlare di cose brutte che di cose belle. Però gradirei che il prossimo film fosse almeno decente.

mercoledì 7 gennaio 2009

Il regalo

Appena scartato potrebbe sembrare come tutti gli altri, però magari questo regalo è diverso, un anno che riservi qualche sorpresa, qualche novità significativa. Nascosto nella carta da regalo c'è già qualcosa di buono: un viaggetto a NYC, il biglietto per qualche concerto, dischi da ascoltare. Il bello di questo regalo è che il pacco si può riempire ancora anche dopo averlo aperto e che si capisce cosa c'era veramente dentro solo dopo averlo svuotato completamente.
Nel vostro pacco cosa c'è? Cosa ci sarà?

Finite le feste, punito dalla nuova Wii Fit di Pirmin Zurbriggen, avrei un paio di film su cui scrivere, ma di cui non saprei cosa dire, per motivi molto diversi.
Ho visto Il Divo: lo consiglierei a tutti, per me è veramente un grande film, però lo spessore è troppo e io non sono all'altezza. Nel caso ci risentiamo dopo la seconda visione.
Ieri poi mi sono seduto davanti Monsoon Wedding di Mira Nair: bello anche questo nelle sue descrizioni e nei suoi colori, racconta una storia d'amore nel contesto straripante di un matrimonio indiano. Altro? Boh.